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Nella mattinata di Sabato 12 Ottobre, si è svolta la visita guidata organizzata dagli Amici della Cascina Linterno per scoprire le specie arboree, arbustive ed erbacee che vivono al Parco delle Cave. Accompagnati e guidati dal dott. Gabriele Galasso – responsabile della Sezione di Botanica del Museo di Scienze Naturali di Milano – siamo partiti dalla Cascina Linterno, direzione zona umida e subito abbiamo iniziato a dare un nome alla vegetazione che incontravamo sul nostro cammino. Da un lato quella che cresce lungo i bordi dei fossi o nel loro alveo, come il pepe d’acqua (Polygonum hydropiper), pabbio piccolo (Setaria pumila), i settembrini (Symphyotrichum lanceolatum) e, dall’altro, le piante come il bagolaro o spaccasassi (Celtis australis), l’albero del paradiso (Ailanthus altissima), il noce nero (Juglans nigra) la robinia (Robinia Pseudoacacia) ed arbusti come la berretta del prete (Euonymus europaeus), il sanguinello (Cornus sanguinea). E questo solo per citare alcune delle essenze prese in considerazione durante la visita! Dovrei aggiungere salici, aceri, spino di giuda, querce, frassini, tigli, l’albero di giuda, pruno e ancora la vita del canadà, edera, arundo, artemisia, gramigne, ecc. Questa resta ancora comunque una piccola parte del patrimonio vegetale del Parco delle Cave, che è ricchissimo di generi, specie e varietà. Una simile ricchezza è data, doveroso dirlo, anche o forse soprattutto, da essenze “alloctone” cioè arrivate nel nostro territorio o in maniera intenzionale, tramite l’uomo che ha voluto, nel corso dei secoli, provare a coltivarle o in maniera accidentale, tramite il trasporto di altri materiali. Alcune di queste specie sono definite “invasive” perché la loro espansione è stata ed è rapidissima a discapito delle specie di origini locali o “autoctone”. Questo ha portato, e porta tutt’ora, alla modifica dei nostri ecosistemi. Il Dott. Galasso però non ha dato solo informazioni tassonomiche o prettamente tecniche ma, quando vi era la possibilità, ha legato la parte puramente botanica a quella più pratica e popolare, collegando nomi “volgari” e addirittura dialettali ai nomi ufficiali. Abbiamo fatto anche un salto nel mondo di Manzoni parlando dell’orto di Renzo nei “Promessi Sposi” per scoprire come venivano chiamate alcune essenze che abbiamo incontrato anche durante la visita come la fitolacca che veniva chiamata “uva turca”.  Turca perché all’epoca tutto ciò che veniva da lontano …. era turco! Non sono mancati i richiami a ricette e fitoterapia: foglie, fiori, erbe, radici, ecc. sono stati utilizzati e lo sono tuttora in cucina, magari per frittelle e liquori, o per preparare rimedi per problemi di salute. Le informazioni date durante questo incontro sono davvero moltissime e davvero vanno al di là della sola botanica. Imparare “sul posto”, magari toccando con mano ciò di cui si parla, è senz’altro un modo efficace per assimilare informazioni, per questo mi auguro vivamente che questo tipo di iniziative si ripetano e che vengano estese anche ad altri argomenti.

Perché al Parco delle Cave gli argomenti non mancano di sicuro!

Chiara Scavone